Aìfe, Oceanìs 32, Carloforte Sail Charter.
Domenica 18: Cagliari, Molo sanita’-Marina Piccola-Mari Pintau, notte in rada a Cannesisa-Torre delle Stelle. Nel primo tratto abbiamo un passeggero entusiasta: l’augusta genitrice. La sbarchiamo a Marina Piccola, poi diamo fondo per alcune verifiche tecniche. Infatti si e’ disinnescata la pompa del cesso: verso fuori funziona, ma non tira piu’ acqua all’interno. Sono realmente preoccupato. La preoccupazione aumenta quando si aggiunge un secondo problema: si rompe l’asse della saracinesca della presa a mare del lavandino bagno. La valvola e’ rimasta chiusa: dopo aver parlato con il charter, stabiliamo che faremo a meno del lavandino. In realta’ la cosa si rivelera’ insignificante. Invece per quanto riguarda la pompa, dopo averla smontata riusciamo a rimetterla a posto. Salpiamo alla volta di Mari Pintau, acqua magnifica come al solito. Poi andiamo a dormire sotto casa di mamma, a Cannesisa. Per cena arrostiamo sei belle orate.
L’ equipaggio si rifocilla
Lunedi’ 19: Cannesisa-Isola dei Cavoli-Serpentara-Cala Pira. All’isola ci accorgiamo di avere solo 15 metri di linea di ormeggio: un po’ pochini! In compenso scopriamo una seconda Danforth con relatico spezzone di catena; ancora non lo sappiamo ma ci tornera’ utile. Spettacolo di pesci nelle acque dell’isola dei Cavoli e stella marina. Cerchiamo un ancoraggio a Serpentara ma c’e’ molto vento e non riusciamo a trovarne uno adatto, percio’ desistiamo accontentandoci di costeggiare il lato orientale; poi andiamo a Cala Pira, che abbiamo scelto per dormire. Scendiamo a terra con il gommino ed a nuoto.
Martedi’ 20: Cala Pira-Costa Rei-Scoglio di Peppino, notte in rada a Porto Pirastu-Capo Ferrato. A Costa Rei vogliamo esplorare un relitto adagiato sulla batimetrica dei 10 metri, ma i soli 15 metri di calumo ed i 600 metri da percorrere con il gommino a remi con 15 nodi di ponente ci fanno desistere dall’impresa: il relitto rimane inviolato (da noi)!
La sera, a Porto Pirastu 25 nodi e passa da Nord, il capo offre ridosso dal mare ma e’ basso ed il vento lo prendiamo tutto: abbiamo ancorato nello spiaggione in 4 metri (le calette erano roccia/alghe), chiuso il tendalino, sgonfiato e rizzato in pozzetto il gommino; diamo fondo con due ancore pesanti appennellate e tutto va bene. La barca brandeggia con violenza ma le ancore sono ferme, vediamo i lampioni sulla costa passare negli oblo’ come se fossero le luci di un treno in corsa, comunque non siamo troppo preoccupati. Cuciniamo un grande arrosto di melanzane, sugo e mozzarella. Poi a mezzanotte il vento molla, calando a 15 nodi.
Mercoledi 21: giornata splendida, da Capo Ferrato boliniamo dibbestia fino a Porto Corallo godendoci il vento da Nord, 28 nodi. L’ultima ora dobbiamo dare motore per arrivare non troppo in ritardo all’appuntamento con il nuovo equipaggio: scendono in tre e salgono in due. Siamo stanchi dai due giorni di bolina e quindi dopo tante notti in rada passiamo la notte in porto. L’acqua finisce: 170 litri sono durati 3 giorni esatti, il grosso del consumo si è avuto stato per lavare i piatti. La doccia l’abbiamo sempre fatta salata: lo shampoo apposito You&Sea si è rivelato fenomenale: usandolo non rimane il sale e la pelle resta liscia.
Giovedi’ 22: gran lasco verso sud con mure a sinistra a 6 nodi, fino a Punta Molentis. Ci produciamo in un ancoraggio a vela, la baia pero’ e’ molto affollata e quindi ci dobbiamo spostare e dare fondo a motore nella parte orientale. Troviamo sul fondale 5 razze morte, gettate da una barca ristorante. Ne peschiamo una per ammirarla: e’ bellissima. Nel pomeriggio ci spostiamo nell’angolo meridionale di Cala Giunco. Andiamo a dormire in rada a Campulongu, Villasimius, per guadagnare altre 4 miglia verso Cagliari. La baia e’ piena di barche, le luci di fonda danzano in modo suggestivo.
Venerdi’ 23: Salpiamo presto verso Cala Regina. Lì acqua spaziale. Cerchiamo invano di pescare le furbissime occhiate usando i trimurigioni staccati da una barca a Porto Corallo, ma si fanno beffe di noi. Peschiamo solo una sogliola microscopica che ributtiamo a mare. Ci godiamo l’ultima mattina di mare fino alle 14.30. Poi salpiamo per un traverso 4-5 nodi mure a sinistra verso il Capo Sant’Elia; entriamo in porto a Cagliari verso le 17, andiamo a rifornire, ormeggiamo verso le 18.
In una settimana abbiamo consumato 20 litri di gasolio per 39.50 euro, e fatto uno strappo di 5 cm al tendalino. Bilancio ottimo. Le nostre guide sono state il portolano “777 ancoraggi” ed il bollettino Meteomar.
Siamo un po’ tristi per la fine dell’avventura ma felici. Dormiamo l’ultima notte in barca, non prima di avere assaporato una pasta alla buzzonaglia di tonno, sultanina e pinoli cucinata dall’ottimo Andrea, il carlofortino dell’equipaggio.
Esperti navigatori
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